domenica 17 gennaio 2021

L'uso di energia per produrre alimentazione. Il futuro è vegetale?

Mi è capitato da poco di leggere un articolo su sito dedicato all'ambiente e la sostenibilità (www.lifegate.it) un articolo su un argomento molto interessante sui costi di produzione dei diversi tipi di proteine (animali e vegetali).

L'articolo non è recente, ma è comunque attuale e sicuramente molto stimolante per una riflessione sull'argomento.

E sul nostro stile di vita.

Lo stile di vita, in effetti, ha moltissimo a che fare con la quantità e qualità della nostra alimentazione.

Da secoli (e probabilmente da sempre) il cibo è stato uno dei vettori della socializzazione e ha quindi posto le basi di molti modi di relazionarsi fra persone.

L'articolo, con vari passaggi, in sintesi mostra la quantità di risorse (acqua e energia) che servono per produrre nutrimenti. Mostra come la produzione di un 1 kg di proteine di origine animale abbia necessità di una incredibile quantità di risorse rispetto alla produzione della stessa quantità di proteine vegetali.

Rilevante, secondo me, è il parametro della quantità di superficie necessaria per nutrire una persona con il primo tipo di cibo e con il secondo.

Per dare dei numeri, in base ad alcuni calcoli, sembrerebbe che occorra un ettaro di terra per sfamare una persona se la si alimentasse con la carne di origine animale (bovini) mentre lo stesso ettaro potrebbe sfamare 19 o 22 persone se si coltivasse riso o patate.

La riflessione è più che giusta, nel senso che è doveroso porsi il problema.

E benchè io sia tra quelli che è assolutamente d'accordo sul fatto che si stanno distruggendo risorse preziose sul pianeta e che troppa energia (anche mentale) viene indirizzata verso attività e produzioni contrarie alla sopravvivenza, ho delle eccezioni da sollevare a questo ragionamento del sito e, più in generale, di una frangia degli ambientalisti.

Ovvero cosa si intenda per CONSUMO di risorse. Che è un concetto ampio che cercherò di sviluppare in prossimi articoli.

Di sicuro non si può dimenticare che l'uomo vive non solo di quantità ma anche di qualità. E già nel XIX secolo si è dimostrato che alcune previsioni riguardo ai limiti di produzione e risorse (vedi l'economista Malthus) erano totalmente false. Si parlava che la Terra non poteva nutrire tutti gli abitanti e la popolazione sarebbe morta di fame a breve. Fu un errore clamoroso di valutazione. Perchè? Perchè non si era considerata la capacità di migliorare la resa produttiva dell'agricoltura e le invenzioni tecnologiche che avrebbero permesso un miglioramento quali-quantitativo dell'attività di produzione alimentare.

Lo stesso errore potrebbe (secondo lo si sta facendo) accadere nelle valutazioni dell'articolo.
E in chiusura, sicuramente non mi piace demonizzare qualcosa. Neppure la produzione di carne o l'uso di carne, con le opportune verifiche del caso da un punto di vista nutrizionale.

Mattia.

Nessun commento:

Posta un commento